Molte persone si sopravvalutano pensando di essere organizzate
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Prenditi un attimo prima di rispondere alla mia domanda.
Fermati solo qualche minuto a riflettere su come si svolge la tua giornata.
Dopo centinaia di interviste che ho tenuto nell’ambito delle risorse umane a potenziali candidati sono arrivata a questa conclusione: molte persone si sopravvalutano ritenendo di essere organizzate.
Il multitasking dilagante che per anni è stato presentato come baluardo di ottima organizzazione, sta infatti dimostrando i suoi limiti.
Un esempio?
L’aumento della velocità della comunicazione, delle richieste, degli stimoli e delle possibilità di accedere a più attività, sia al lavoro sia nella vita privata, ha creato un circolo vizioso in cui si tende a dare priorità alle aspettative degli altri.
Ed è così che agende piene zeppe di impegni e ore ben scandite da un impegno e l’altro vengono erroneamente scambiate per una perfetta organizzazione… e il tempo per te stess*?
Chiariamo un punto importante: l’organizzazione è una cosa estremamente soggettiva.
Impegni incastrati tra loro e iperattivismo possono tramutare le nostre giornate in costanti compiti da portare a termine.
Hai presente quel senso di soddisfazione che deriva dal tagliare uno dei punti della tua infinita to do list? E la conseguente sensazione di “non aver mai tempo per…”?
Tutti noi nel corso della giornata potremmo incorrere in una sindrome da cattiva organizzazione, magari celata dietro a uno scenario di apparente efficienza.
Spesso queste “sindromi” sono vissute come azioni normali, caratteriali, abitudini e comportamenti acquisiti.
Quali sono?
- Sindrome di Berthelot: dal nome del chimico, storico e politico Marcellin Berthelot (Parigi, 1827-1907) questa sindrome si riferisce in particolare al suo studio sul gas. Cosa c’entra con il nostro discorso? Immagina il gas che, se sprigionato, si diffonde e occupa tutto il volume di una stanza: pensa ora alle persone che tendono a riempire ogni momento della loro giornata, giostrandosi tra un dovere e l’altro. Ricorda di non scambiare una lista ricca di cosa da fare con una buona organizzazione… in tutti questi impegni dove metti un momento che sia davvero tuo?
- Sindrome dell’Eroe: chi non vuole essere un eroe? Non chi sa organizzarsi, e ti spiego il perché. La sindrome dell’eroe è tipica di coloro che hanno una propensione a farsi carico delle faccende altrui. Il problema dell’eroe è che non vede i suoi problemi, ignora i suoi bisogni e se non ha qualcosa da fare per gli altri si sente perso.
- Sindrome del Colibrì: come un uccellino che passa da un fiore all’altro, la caratteristica di chi ha questa sindrome è di fare tante attività senza mai portarle a termine per davvero. In genere le persone “colibrì” a fine giornata si sentono stanche, provate dagli impegni ma insoddisfatte.
- Sindrome “Keep my Baby”: hai presente quelle mamme apprensive che non lasciano spazio ai propri figli? La sindrome “Keep my Baby” è tipica di chi è convinto che gli altri non mettano la stessa cura che impiegherebbero loro nel fare le cose. Il risultato? Sovraccarico di lavoro e difficoltà nell’individuare le priorità della giornata.
- Sindrome “Mr. Nice Guy”: hai difficoltà a pronunciare la parola “no”? Anche se a molti fa paura, il sacrosanto diritto di dire no è alla base della buona organizzazione di ognuno di noi. I “Mr. Nice Guy” pensano che declinare un invito potrebbe minare la propria buona reputazione e professionalità, non c’è niente di più sbagliato!
Nel primo episodio del mio podcast “Buttare per Buttarsi” ti parlo di ognuna di queste sindromi e di come riconoscerle.
Puoi ascoltarlo qui.
Non temere, non si tratta di nulla di clinico, ma queste vengono definite sindromi per una serie di sintomi evidenziati e provocati da cause diverse, fra le quali la cattiva gestione di noi stessi nel tempo.
Come vedi sono abitudini e atteggiamenti che ci appartengono e influenzano le nostre giornate.
O meglio, le giornate di chi di noi non ha ancora trovato un equilibrio tra tutti quegli impegni segnati in agenda.
E fare un punto sui propri limiti e sulle proprie “sindromi” da cattiva organizzazione è fondamentale per acquisire la consapevolezza necessaria e utile per riorganizzarti e modificare quei comportamenti che fanno parte ormai del tuo quotidiano.
Riesci a immaginare cosa potresti ottenere così?
Innanzitutto un meraviglioso senso di soddisfazione, proprio quello che ognuno di noi dovrebbe provare a fine giornata.
Dovresti sentirti pien* ed appagat*, che è ben lontano dal quel senso di frustrazione per non aver smarcato anche l’ultimo punto della tua to do list.
So cosa stai pensando.
È così facile a dirsi, ma i fatti?
Nel secondo episodio del mio podcast ti parlo proprio di un metodo tanto semplice quanto efficace per ottenere un focus reale sugli obiettivi e le priorità della tua giornata.
Quale?
Scrivere! Per avere coscienza del tempo, dell’importanza dei tuoi impegni, per prendere atto dei tuoi ritmi.
Osservati, proprio come se fossi una cavia da laboratorio, e scopri tutto ciò che si cela dietro la tua disorganizzazione.
Parti proprio dalla tua sindrome e prendi appunti su come reagisci di fronte a diverse situazioni concrete.
Chiedi magari un parere ad una persona vicina: so che è complicato, ma spesso uno sguardo esterno può rivelarci molto di più su noi stessi di quanto potremmo fare da soli!
Non temere di portare alla luce i limiti della tua organizzazione.
Individuali, tirali fuori e prendi consapevolezza di come questi stiano determinando la tua vita.
Inizia a dare priorità a ciò che ti fa stare veramente bene, comincia con piccoli passi e godi del tuo tempo.
D’altronde se non cominci ora, quando?
Un saluto,
Mariagrazia